Kayla, la giovane angolana
Kayla, una giovane ragazza angolana, sta vivendo dei continui sbalzi d'umore che le stanno impedendo di vivere le giornate come vorrebbe.
Le emozioni spiacevoli sembrano farsi vive in Kayla sempre più frequentemente.
Tuttavia, un giorno, mentre si trova nel suo amato Parco di Cangandala, accade qualcosa.
Ce la farà la giovane angolana a comprendere il ruolo che le emozioni sembrano giocare nella sua vita?
Scopriamolo ora, immergendoci nella sua storia.
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Kayla, la giovane angolana
Kayla è una giovane ragazza angolana nata nella cittadina di Melanje, nella parte settentrionale dell’Angola.
Da poco entrata in una piccola azienda nel settore agricolo, la giovane Kayla sta affrontando un periodo particolare della sua vita.
Nonostante il suo animo da sempre solare e reattivo alle sfide di tutti i giorni, nell’ultimo periodo le emozioni sembrano volersi prendere gioco di lei.
Un giorno però, mentre si trova nel Parco di Cangandala - a pochi chilometri da casa sua - intravide in lontananza uomo.
«Chi è quel signore seduto sotto quell’albero?» si chiese la ragazza, vedendo un uomo a lei sconosciuto.

La giovane angolana si trovava anch’ella seduta, come al suo solito, sotto un albero di mango, un’abitudine che portava con sé da quando - da bambina - trascorreva i pomeriggi con il suo dolce nonno.
Ad un certo punto, gli occhi della ragazza e dello strano signore si incrociarono.
Kayla, un po’ impaurita, staccò subito gli occhi dall’uomo.
«Speriamo non mi abbia visto.» sussurrò a bassa voce.

Dopo qualche secondo tornò a guardare il signore.
Anche l’uomo tornò a guardarla.
Tutto d'un tratto, si alzò in piedi e, con passo lento, si incamminò verso la ragazza.
«Cosa vorrà da me?» si domandò un po’ spaventata la ragazza vedendo l’uomo arrivare.

Qualche attimo dopo l’uomo le era vicino.
Il suo viso, però, non trasferiva paura. Anzi, il suo anziano volto trasmetteva un velo di serenità.
«Buongiorno cara ragazza. Tutto bene?» chiese l’uomo, sfoggiando un dolce sorriso.

«Buongiorno signore. Sì, tutto bene. Sto riflettendo.»

«Sì, ho visto il tuo viso pensieroso. Posso sedermi qui con te?»

La ragazza annuì con il capo e fece spazio all’uomo sotto il mango.
«Si sta proprio bene da queste parti, non credi ragazza?»

«Sì, è il mio luogo preferito.» affermò la giovane angolana.

«Dimmi un po’: cosa lo rende il tuo luogo preferito?»

«I ricordi che ho del mio nonno. Quando ero piccola venivamo proprio qui ad ammirare le antilopi rosse e le tartarughe marine.» affermò la giovane angolana con un velo di nostalgia.

I due rimasero in silenzio per qualche attimo e il volto di Kayla si fece tutto d’un tratto un po’ più cupo.
«Ragazza, è tutto ok? Mi sembra di notare due occhi un po’ sconfortati.»

«Credo sia dovuto a ciò che mi sta accadendo nella vita in quest'ultimo periodo.» replicò Kayla, senza aggiungere altra parola.

L’uomo spostò lo sguardo verso un bosco tropicale secco a qualche chilometro da loro.
«La vita è fatta di alti e bassi, cara ragazza. Tutto sta nel comprendere da dove questi alti e bassi prendono vita. Le loro radici.»

Le parole dell’uomo si fermarono nuovamente per qualche secondo.
«Il mio nome è Ike, piacere di conoscerti ragazza.» disse l’uomo, voltandosi verso la giovane angolana e facendole capire di avere una spalla sulla quale poggiarsi.

«Io mi chiamo Kayla. Piacere di conoscerla.»

«Dimmi un po’ Kayla,» continuò l’uomo, «quale strano avvenimento sta rubando il sorriso che immagino ti rappresenti da sempre?»

«Sono le mie emozioni il problema.»

«Le emozioni? In che modo credi che le tue emozioni siano un problema?»

«Non riesco a gestirle, signor Ike! Non appena esse si fanno vive in me, faccio difficoltà a portare avanti le attività che fino a quel momento stavo svolgendo.
Questo vale sia al lavoro che nella mia vita privata.»

«Capisco ragazza. Posso chiederti cosa intendi con il fatto di non saperle gestire?»

«Intendo che se fino a un determinato momento tutto sembra andare per il meglio, di punto in bianco mi ritrovo immersa in un’emozione spiacevole.»

«E immagino che questo ti porti a vivere le ore successive in uno stato d’animo negativo. Dico bene?» chiese conferma l’uomo.

«Sì, signor Ike. È proprio questo ciò che mi accade. Il punto è che mi sta accadendo sempre più spesso. Le emozioni spiacevoli sembrano trovare spazio facilmente dentro di me.»

«D’accordo Kayla, mi è tutto molto chiaro. Vorrei farti una domanda: secondo il tuo punto di vista, da dove nascono le emozioni spiacevoli che a volte si fanno vive in te?»

«Non saprei signore. Non saprei davvero!» esclamò la giovane angolana, facendo trasparire un misto di rabbia e tristezza.

«Mi dici che non sai. Immagino però saprai che conoscere da dove nascono le emozioni sia la chiave per sapere come migliorare il rapporto con esse. Lo sai, vero?»

«Mi sta dicendo che dovrei sapere da dove nascono le emozioni?»

«Nulla è dovuto. Tuttavia, se vogliamo sapere è necessario voler sapere.»

L’uomo interruppe nuovamente il suo discorso e portò il suo sguardo verso un baobab africano a pochi metri da loro.
«Vedi ragazza, la nascita è uno dei più straordinari miracoli della vita. Io e te siamo qui grazie alla magia accaduta qualche decennio fa.
Anche le emozioni, come noi, vengono a trovarci in quanto nate. Ciò che però davvero conta è conoscere da dove esse nascono. È solo sapendo da dove nascono le nostre emozioni che possiamo comprenderle.

Dimmi un po’ Kayla: riusciresti a pensare a una vita senza conoscere il tuo luogo di nascita?»

«Beh, sarebbe strano signore.»

«Sì, sarebbe strano. E non ti sembra strano provare a migliorare il rapporto con le proprie emozioni senza comprendere da dove esse nascono?»

«Sì, ha ragione. Sarebbe strano.»

«Sai Kayla,» iniziò a raccontare l’uomo, «ci sono persone che, non appena entrano in contatto con delle emozioni spiacevoli, iniziano a vederle come qualcosa di negativo.
Tuttavia, non dobbiamo vedere le emozioni che proviamo come qualcosa di positivo o negativo, e nemmeno credere che esse abbiano sempre ragione o torto.
Dobbiamo vedere le nostre emozioni come il frutto di ciò che sta accadendo nella nostra mente in quel preciso momento.
La nostra mente è piena di pensieri e di credenze. Tutto ciò, insieme agli avvenimenti della vita, fa nascere in noi delle emozioni.

Noi magari non ce ne accorgiamo, ma ciò che percepiamo è dettato principalmente da ciò che la nostra mente in quel momento sta pensando o credendo.»

«Mi sta dicendo che i miei stati d’animo negativi partono dai pensieri che mi gironzolano in testa?»

«Sì ragazza. Un segnale arriva alla mente. La mente crea un pensiero. Il pensiero genera un’emozione. È questo il ciclo.»

Kayla,» proseguì il signor Ike dopo una breve pausa, «immagina per qualche istante una persona a te cara che non vedi da molto tempo. Immaginala ora.»

La ragazza portò lo sguardo verso il cielo terso angolano, e rifletté per qualche secondo.
«Ok, ce l’ho.» confermò Kayla, facendo capire al signor Ike di aver pensato a una persona che non vedeva da molto.

«Bene. Con molta probabilità, in questo preciso momento, un pensiero ha sfiorato la tua mente. Dico bene?»

«Sì certo. Ho portato alla mente una mia cara amica ormai trasferitasi in Europa da qualche anno.»

«Ottimo. E immagino che, insieme a questo tuo pensiero, sia appena nata in te una piccola o grande emozione. Corretto?»

La ragazza rifletté nuovamente.
«Sì, sento un po’ di nostalgia. E anche una leggera tristezza nel pensare di non poterla vedere per almeno i prossimi due anni.»

«Sì ragazza, la nostalgia e la tristezza vanno spesso a braccetto.
Ora, tornando a noi, hai notato come un semplice pensiero ti abbia velocemente immerso in uno stato d’animo?»

«Sì, ho notato.»

«Bene Kayla. Ora, porta alla mente le note musicali della tua canzone preferita.»

«Devo pensare alla mia canzone del cuore?»

«Sì ragazza, prova a canticchiare nella tua mente la tua canzone del cuore. Fallo per qualche secondo.»

Il signor Ike lasciò la ragazza canticchiare dentro di sé la sua canzone preferita e ne approfittò per alzarsi in piedi e sgranchire le sue ormai anziane gambe.
Nel frattempo, il viso di Kayla mutò tutto d’un tratto.
Un lieve sorriso iniziò a farsi spazio sul suo volto.
«Ragazza,» intervenne l’uomo sedendosi nuovamente a fianco alla giovane angolana, «sbaglio o qualcosa è cambiato in te?»

«Sì, mi sento meglio ora.»

«Ottimo, mi fa davvero piacere. Dimmi un po’: cosa sta accadendo ora nella tua mente? Quali sono i pensieri che prima non c’erano e che ora, invece, sono sorti?»

«Beh riportando alla mente la mia canzone preferita ho spostato il focus su qualcosa di piacevole.»

«Proprio così ragazza, hai spostato il focus.» replicò l’uomo. «D’ora in poi, se ti va, ogni volta che sentirai una strana emozione farsi viva in te, poniti le due domande che ti ho posto poco fa:
“Cosa sta accadendo nella mia mente? Quali sono i pensieri che prima non c’erano e che ora, invece, sono sorti?”

Ponendoti queste domande, diventerai consapevole di cosa sia cambiato in te negli ultimi minuti, iniziando quindi a capire da dove sia nata quella specifica emozione.»

«Signore, dovrò pormi queste domande solamente quando nasceranno in me emozioni spiacevoli?»
«Io, se fossi in te, me le porrei anche quando mi ritrovo in stati d’animo particolarmente positivi.
In questo modo, potrai capire non solo cosa ti porta a vivere emozioni spiacevoli, ma anche cosa fa nascere in te le emozioni più belle e piacevoli.»

«Ok signore, lo farò!» esclamò la giovane angolana, facendo trasparire un velo di serenità sul suo volto.

«Ragazza,» intervenne l’uomo, «la vedi quell’antilope laggiù?»

«Sì, la vedo. È un’antilope rossa.»

«Lo sai che questo parco è stato fondato proprio per proteggere i nostri esemplari di antilope nera gigante?»

«Davvero?»

«Sì davvero! Si dice che esse si trovino solamente qui in Angola. E pensa che sono state intraviste, la prima volta, solamente nel 1963.»

«Wow, io adoro le antilopi! Tuttavia, non ne ho mai viste di nere giganti.»

Kayla e il signor Ike rimasero qualche minuto in silenzio ammirando le distese davanti a loro.
«Ragazza,» prese nuovamente parola l’uomo, «immagina per qualche istante di essere single.»

«Ma signore, io sono felicemente fidanzata.»

«Mi fa davvero piacere.» replicò l’uomo sorridendo. «Ad ogni modo, ipotizza per qualche istante di essere single.»

La ragazza iniziò a pensare.
«Ok, lo sto immaginando.»

«Bene, ora dimmi: che emozione ti fa vivere il pensiero di tornare ad essere single?»

«Mi fa sentire un po’ triste, signore. Sto bene con il mio fidanzato.»

«Concordo. Ora ti chiedo: secondo te, la sensazione di tristezza ti farà stare bene? Ti darà la possibilità di trovare il partner ideale per te?»

«Beh, no signore. Certo che no.»

«Ok, ora porta alla mente uno dei momenti più divertenti e bizzarri che hai vissuto nella tua vita.
Pensa a quel momento dove non riuscivi proprio a smettere di ridere.
Te lo ricordi quel momento?
Chi c’era lì con te?
Dove ti trovavi esattamente?
Eri a scuola?
Al bar?
Al lavoro?
Al parco?
O in un altro luogo?
Prova a ricreare nella tua testa quel momento.»
La ragazza si prese del tempo per pensare.
I suoi pensieri andarono a un avvenimento particolare accaduto in età adolescenziale.
A quando, con le sue amiche, avevano organizzato una piccola festicciola andata in modo diverso da come l’avevano inizialmente immaginata.
«Ok signore,» replicò Kayla sorridendo, «l’ho portato alla mente.»
«Bene Kayla, ora ti chiedo: qual è l’emozione che più rappresenta quel momento? Prova a pensarci.»

«Direi allegria. Mi sentivo spensierata. Allegramente spensierata.» disse la giovane angolana dopo un momento di pausa.

«Ottimo, mi piace la tua risposta. Ora dimmi: secondo te, per quale motivo ho voluto farti immaginare quel momento?»

«Non saprei, signore. Per quale motivo?»
«Il motivo è semplice: volevo banalmente farti capire come può essere facile passare dall’emozione della tristezza - dovuta al pensiero di essere single -, all’emozione dell’allegria - pensando a un momento divertente della tua vita.»
«Ok signore, cosa mi vuole dire con tutto ciò?»

«Cara Kayla, voglio dirti che non è il fatto di essere single a renderti infelice, bensì il pensiero di esserlo.
È pensando continuamente a quanto sia spiacevole essere single che inizierai a sentirti infelice, non all’essere single di per sé.

Questo, naturalmente, è solamente un esempio. Ci sono persone che amano rimanere single, e altre persone che amano vivere un rapporto di coppia.
Questo però ci fa capire come la nostra infelicità sia principalmente dettata da ciò che stiamo pensando in quel momento, e non dalla condizione di vita che stiamo vivendo.»
«Quindi se prendessi il controllo dei miei pensieri potrei prendere il controllo delle mie emozioni. È così?» domandò la ragazza.

«Sì Kayla, è proprio così. Dal momento in cui saprai controllare i tuoi pensieri, saprai controllare le tue emozioni.»

«Signore, qualcosa mi dice che è molto preparato in materia.»

«La preparazione è importante. Tuttavia, cara ragazza, è la pratica costante a renderti una persona preparata.
Tu Kayla, sei disposta a mettere in pratica qualche prezioso consiglio che la vita qui in Angola mi ha donato?»

«Oh sì, molto volentieri!»

«Quindi, se ora ti offrissi tre semplici step per migliorare il rapporto con le tue emozioni, prometti a te stessa di metterli in atto già da questa sera?»

«Naturalmente!» esclamò la ragazza.

«Bene, se me lo confermi possiamo dare vita al primo step.»

«Sì, glielo confermo.»

«Ottimo! Se vuoi migliorare il rapporto con le tue emozioni - e uscire dagli stati d’animo negativi che a volte ti colpiscono durante la giornata - il primo step si chiama “Riconosci l’emozione”.

«Immagino dovrò capire l’emozione che starò vivendo. Dico bene?» chiese conferma la ragazza.

«Sì Kayla, quando ti troverai in uno stato d’animo negativo, non dovrai fare altro che fermarti e comprendere l’emozione che stai vivendo in quel momento.
Potrebbe essere un velo d’ansia, di paura, di preoccupazione, di disprezzo, di rabbia, di frustrazione. Sono molte le emozioni che possono farsi vive durante la giornata.
Il primo step sta proprio nell’identificare la specifica emozione.»

«Quindi mi dovrò fermare concretamente?»

«Sì, dovrai smettere di fare ciò che starai facendo e prenderti qualche minuto per comprenderti.
Inizialmente, non essendo abituata, impiegherai qualche minuto per comprendere l'emozione esatta.
Ma non temere, man mano che i giorni passeranno questa tua comprensione diventerà sempre più rapida e immediata.»

«D’accordo. E poi?»

«Una volta che avrai riconosciuto l’emozione, arriverà il momento di passare al secondo step. Esso si chiama “Riconosci il pensiero”.»

«Ok, cosa dovrò fare?»

«Ciò che dovrai fare sarà riflettere, per qualche istante, su quale potrebbe essere stato il pensiero che ti ha portato a vivere l’emozione spiacevole.

Qui, cara Kayla, entrano in gioco le due domande riflessive che ti ho proposto poco fa:
“Cosa sta accadendo nella mia mente?"
"Quali sono i pensieri che prima non c’erano e che ora, invece, sono sorti?”»

«Saranno queste le due domande che dovrò pormi nel secondo step?» domandò la giovane angolana.

«Sì esatto, Kayla! Le risposte a queste domande ti avranno fatto concludere il secondo step.»

«D’accordo. Fino a qui ci sono. Poi?»

«Poi, una volta riconosciuta l’emozione e riconosciuti i pensieri che hanno fatto nascere l’emozione, arriverà il momento del terzo step. Esso dice: “Scova la nuova prospettiva”.»

«Nuova prospettiva? Che cos’è, scusi?»

«Questo terzo step si basa sul vedere ciò che stai pensando sotto un’altra luce. Sotto un'altra prospettiva.»

«Signore, potrebbe essere più chiaro?»

«Certo Kayla, immagina di sentirti in ansia per un importante appuntamento che avrai nei prossimi giorni.
L’ansia è quindi l’emozione che hai identificato nello step numero uno. Ci sei fino qui?»

«Sì, ci sono.»

«Bene. Nello step numero due hai capito che, l’ansia, è dovuta al pensiero di fare brutta figura durante l’appuntamento.
Quindi, il fatto di pensare di fare brutta figura è ciò che ha fatto nascere in te l’ansia. Ci sei Kayla?»

«Sì, mi è tutto chiaro.»

«Ottimo. Condividi con me il fatto che se vorrai ridurre l’ansia dovrai pensare in modo diverso da come hai pensato fino a quel momento?»

«Beh certo, signore. Se il pensiero di fare brutta figura mi sta facendo vivere in ansia, dovrò cambiare pensiero.»

«Mi fa piacere sentire il tuo tono deciso.» affermò sorridendo il signor Ike. «Tuttavia, sono poche le persone che vedono tutto ciò come un’ovvietà.»

«Signore, nemmeno per me era un'ovvietà fino a pochi minuti fa.» replicò Kayla, anch’ella sorridendo.

«Bene, tornando a noi, il terzo step sta proprio nel vedere il pensiero sotto un’altra prospettiva.
Tornando al nostro esempio, se vorrai ridurre l’ansia, non dovrai più pensare al rischio di fare una brutta figura durante l'appuntamento.
La tua nuova prospettiva potrebbe essere quella di vedere l’appuntamento come un modo per far risaltare le tue qualità ed evolverti come persona.

Secondo te, una prospettiva di questo tipo, ridurrà la tua ansia?»

«Sì, direi proprio di sì. In sostanza dovrò trovare un lato positivo legato a quell’appuntamento. Corretto?»

«Sì, dovrai trovare un lato positivo che, però, sia effettivamente reale. Non dovrai auto-ingannarti.»

«In che senso, signore?»

«Beh, se credi che l’appuntamento sia effettivamente delicato e difficile, a nulla servirà pensare che l'appuntamento sia facile da affrontare. Bisogna rimanere reali, e allo stesso tempo trovare il lato positivo.

Kayla,» continuò l’uomo dopo un momento di silenzio, «immagina una ragazza che si sente triste a causa della fine di un rapporto d’amore. A nulla le servirà pensare che, prima o poi, l’ex partner tornerà da lei.
È molto meglio pensare a quale sia l’attuale lato positivo riguardo l’avvenimento accaduto.

Dovrà pensare agli insegnamenti che è riuscita a cogliere nel tempo.
A quali saranno gli errori che, grazie a quell’avvenimento, è certa non farà più.
Dovrà pensare a quanto, ora, potrà prendersi cura di se stessa. E di quanto nel tempo si sia trascurata, senza quasi accorgersene.

In questo modo, l’emozione della tristezza si trasformerà ben presto in un’emozione più piacevole.
Un’emozione legata alla speranza, alla fiducia in se stessa, alla gioia di viversi giorno dopo giorno, all’apprezzarsi per chi è, al volersi bene nel profondo.»

Kayla, che nel frattempo aveva portato gli occhi al cielo, rimase per qualche istante in silenzio.
I suoi pensieri si diressero ad un avvenimento accaduto qualche anno prima, durante la sua breve vita.
«Signore, la ringrazio per tutto ciò che ha fatto oggi per me!» esclamò la ragazza con un piccolo nodo alla gola per l'emozione.

«Sono io a ringraziarti, cara Kayla. Sono felice che delle semplici parole abbiamo portato maggior consapevolezza nella tua vita.»

L’uomo si alzò in piedi e guardò l’orizzonte davanti a loro.
«Questo è un luogo speciale, cara ragazza. Ci troviamo al centro del mondo, a pochi chilometri dall’equatore. Dobbiamo ringraziare per tutto ciò.

Ricordati: riconosci le tue emozioni, riconosci i tuoi pensieri, scova la tua nuova prospettiva.

Sarà grazie a ciò che saprai affrontare al meglio le sfide della vita.»
Conclusione
Ora, la giovane angolana, tiene con sé un metodo per affrontare al meglio gli sbalzi d’umore che vive durante la giornata.
Grazie al signor Ike, Kayla ha scoperto esserci tre step per gestire al meglio le proprie emozioni.
- Primo step・Riconoscere l’emozione.
- Secondo step・Riconoscere il pensiero.
- Terzo step・Scovare la nuova prospettiva.
Esercitandosi giornalmente, la giovane angolana potrò finalmente riprendere il controllo dei propri stati d’animo e dare un nuovo significato alle emozioni che, ogni giorno, bussano delicatamente alla sua porta.
In Angola tornerà a brillare l’unicità di Kayla.
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